Best Make Up & Hairstyle: l' Immaginazione Diventa Realtà
Manca poco ormai all' attesa Cerimonia degli Oscar! Quest' anno il vincitore sembra essere già annunciato per la categoria Best Make up & Hair style, ma i professionisti in gara hanno realizzato tutti lavori notevoli, staremo quindi a vedere chi riceverà l' ambita statuetta!
La premiazione
giunge alla sua 96° edizione ma il premio alla categoria Miglior Make
up è relativamente recente: fu istituito nel 1983 a seguito delle
polemiche sul mancato riconoscimento di Christopher Tucker e del team make up di The Elephant
man di David Linch; bisognerà aspettare il 1993 affinchè vengano
riconosciuti anche gli hair stylist in categoria.
Ripercorriamo
insieme alcune delle tappe più importanti di uno dei premi di categoria più
affascinanti di sempre!
1983 - Rick Baker. Con 11 nomination e ben 7 statuette vinte Rick Baker è l' uomo dei record! Iconico il lavoro per Un Lupo Mannaro Americano a Londra di John Landis in cui viene mostrata la sequenza completa di trasformazione dell' attore attraverso un complesso sistema di prostetici che potevano allungarsi in tempo reale; fu necessaria una settimana di riprese per produrre mezz' ora di girato ma lo sforzo valse a Rick Baker la prima statuetta in assoluto!
1987 - Chris Walas e Sthephane Dupuis. Se parliamo di perfezione tecnica parliamo di Chris Walas e Stephane Dupuis e dell' incredibile impegno per La Mosca di Cronemberg. Un lavoro di grande sinergia tra regista, direttore della fotografia e capo truccatore per realizzare la transizione da uomo a mosca di Jeff Goldblum, una trasformazione che fosse graduale e scientificamente realistica e che portasse in scena la miserabile condizione del protagonista amplificando la tensione ed il dramma del racconto. La realizzazione fu estremamente complessa e rischiese lunghissime sessioni di make up per ottenere il risultato straordinario che tutti conosciamo!
1989 - Ve Neill, Steve La Porte e Robert Short. L' eccentrica visione dell'aldilà di
Tim Burton per Beetlejuice è ancora oggi un caposaldo dell'
immaginario cinematografico e del make up: Ve Neill racconterà spesso
di come il suo intento fosse quello di rendere il protagonista
affascinante ma in maniera disgustosa e che per fare ciò non sarebbe
bastato usare semplicemente dei colori scuri ma scelse principalmente
le tonalità del verde e del viola per rendere tangibile la
decomposizione e la corruzione del suo animo.
1990 - Manlio Rocchetti, Lynn Barber, e Kevin Haney. Per la prima volta nella storia del premio è un Italiano a vincere l' Oscar per il film A spasso con Daisy di Bruce Beresford. Ed è
effettivamente anche la prima volta in cui l 'Academy premia un team dove non c'è un impiego massiccio di effetti speciali a favore di un make up
naturale e veritiero, di cui Rocchetti è un grande Maestro; sarà lui stesso a definire quella
vittoria un' anomalia!
1993 - Greg Cammon, Michèle Burke, Matthew W. Mungle. Per Dracula di Bram Stoker, Francis Ford Coppola
desidera qualcosa di completamente diverso da quello che si era visto
sullo schermo fino a quel momento. La realizzazione delle molteplici
forme di Dracula richiese 2 mesi di preparazione in cui Cammon
realizzò il design di tutte le creature contribuendo a dare vita ad
una rappresentazione di Vlad l'Impalatore tra le più inquietanti e
sfaccettate mai viste prima.
1996. Peter Frampton, Paul Pattison, Lois Burwell .Anche se storicamente inaccurato sotto molti punti di vista, Braveheart è sicuramente uno dei film più memorabili degli anni 90, così come indimenticabile è il make up di Mel Gibson: per realizzarlo fu utilizzata una pianta officinale tintoria, il Guado, dalle cui foglie si ricava quella particolare tonalità di blu e grazie alla quale è stato possibile ottenere quella particolare texture sulla pelle dell' attore.
2002 - Peter Owen e Richard Taylor. Hobbit, elfi, nani, orchi, stregoni: un tale sforzo produttivo non si era mai visto prima de Il signore degli anelli: la compagnia dell' anello di Peter Jackson. La produzione sarà una grande sfida sia per il cast tecnico che per gli attori: Elijah Wood racconta di come le sessioni di preparazione cominciassero molto presto al mattino. Si cominciava con i protestici dei piedi da hobbit, vere e proprie calzature ( il team ne produsse 1800 paia ) per poi proseguire con il resto dei prostetici e del make up. Sean Astin invece dichiarerà divertito che neanche sua moglie conosceva così bene i suoi piedi come il suo truccatore.
2008 - Didier Lavergne e Jan Archibald. Per La vie En Rose Marion Cotillard interpreta magistralmente Edith Piaf dall' adolescenza agli ultimi anni della sua vita. La preparazione del make up durava anche fino a 5 ore nelle sue fasi più complesse: con il suo lavoro Lavergne contribuisce sensibilmente alla visione del regista che voleva rendere tangibile la fragiltà fisica ed emotiva della Piaf come essere umano e non come mito.
2014 - Robin Mathews e Adruitha Lee. Con soli 4 milioni di dollari, Dallas Buyer Club di Jean-Marc Vallée è considerato un film a basso budget per gli standard americani; di questi solo 250 vennero destinati al reparto trucco. Con poco più che nulla Matthews e Lee realizzarono un miracolo: grazie ad uno studio attento della morfologia e dell' anatomia del capo Robin Mathews realizzò tutti gli stadi della mallattia quasi esclusivamente con tecnica pittorica e per dare alla cute un effetto screpolato tipico dei malati terminali di AIDS utilizzò farina di mais presa dalla dispensa di sua madre. per tutta la durata delle riprese fu convinta che non avrebbe più lavorato su una produzione cinematografica. Quando pensi che la tua carriera sia finita e invece vinci l' Oscar!
2015 Francis Hannon e Mark Coulier. La trasformazione di Tilda Swinton in una benestante donna ultracentenaria lascia un segno indelebile nella mente degli spettatori realizzando un' immagine che rimanda immediatamente al film, inoltre per Gran Budapest Hotel di Wes Anderson il reparto trucco e acconciatura ha realizzato uno splendido lavoro di posticci, barbe, baffi e parrucche per andare a caratterizzare i protagonisti e gli innumerevoli personaggi che fanno capolino nel corso del film che è frutto di una meticolosa opera di ricerca e preparazione.
2016 - Lesley Vanderwalt, Elka Wardega e Damian Martin. Partendo dalla sceneggiatura, per Madmax: Fury Road di George Miller, Vanderwalt riesce a creare i codici estetici di un mondo apocalittico basandosi sul background dei personaggi: da quanto tempo vivono la loro condizione, che ruolo hanno all' interno del loro gruppo sociale, studiando a fondo le feste religiose tribali africane e indiane e la scarificazione polinesiana e maori, ma anche l' impatto che l' ambiente ostile ha sull' individuo.
2017 - Alessandro Bertolazzi, Giorgio Gregorini e Christopher Nelson. L' eccellenza italiana torna sul palco degli Oscar! Alessandro Bertolazzi dichiarerà che la sua più grande fonte di ispirazione arriva dalla storia dell' arte e della pittura prendendo a modello le opere di Schiele e Bacon, una palette di colori che non a caso ritroviamo nella sua opera. Nel make up realizzato per caratterizzare Harley Quinn, in Suicide squad di David Ayer, l' arte si fonde con la cultura pop.
2020 - Vivian Baker, Anne Morgan,
Kazuhiro Tsuji. Charlize Theron non è nuova a
trasformazioni incredibili ma il lavoro fatto in Bombshell è davvero
notevole. Il film narra vicende reali e contemporanee e sicuramente
portare in scena personaggi noti che fanno parte del quotidiano è
stata una ulteriore sfida per Kazuhiro Tsuji: la produzione durerà 43
giorni, il che per i tecnici vuol dire principalmente avere tempi
molto ristretti per la preparazione. Il trucco prostetico della
Theron era concentrato sulle palpebre, che sono state completamente
ricostruite, mento e mascella, oltre a due elementi inseriti nel naso
per allargare le narici; il risultato formidabile rende l'attrice
irriconoscibile e totalmente calata nel personaggio.