Daniela Arrigoni Make up Artist & Skincarespecialist: Truccare Va Oltre Lo Stendere Un Ombretto

Ci siamo incontrati con Daniela Arrigoni per la nostra intervista 
Daniela ha occhi che brillano di curiosità e la parlata svelta di chi con entusiasmo fa un salto pindarico da un argomento all' altro per poi tornare indietro e raccontarti ancora; del suo lavoro, si, ma soprattutto delle sue passioni, di ciò che le fa battere il cuore. Sappiamo che Daniela ha un background lavorativo importante di cui ci racconta qualcosa ma non ama andare  troppo nel dettaglio: certe esperienze sono solo una parte del suo lavoro e per lei è più significativo parlare di cosa ti lasciano dentro, professionalmente ed umanamente, piuttosto che raccontare con chi.

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Capiamo la sua reticenza e partiamo con l'intervista.
Grazie Daniela per dedicarci del tempo, iniziamo da: come hai iniziato?

Moltissimi anni fa, parliamo degli anni '70, avete tempo? 

Inizia pure Daniela, noi siamo pronti a prendere appunti.

Dicono che i destini non siano scritti in modo definitivo, ora cerco un modo diverso per dirlo. A un certo punto della mia vita, ho dovuto interrompere i miei studi e, nell'attesa di riprenderli, ho pensato fosse utile iscrivermi a una scuola qualunque, senza una scelta ponderata, solo per non dimenticare come studiare. Così, insieme a una mia cugina, ci siamo recate in una scuola professionale, convinte di diventare parrucchiere.

Allo sportello, i posti disponibili per i corsi di parrucchiere erano esauriti e tra le opzioni rimaste c'era quella di estetista, di cui non sapevo assolutamente nulla. Abbiamo optato per quella.

Ho smesso di vergognarmi di questa decisione, perché detta così sembro davvero una persona sprovveduta. Durante quel percorso formativo, c'era un'ora dedicata al disegno e lì ho scoperto di avere un discreto talento nel disegno a carboncino. Il mio professore mi ha incoraggiato a sviluppare questa abilità e ho iniziato ad appassionarmi. Mi piacevano particolarmente i ritratti, gli occhi e le labbra; l'uso delle ombre per creare profondità mi affascinava e pensandoci oggi questo mi ha aiutato molto nel make up.

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Come si può intuire, non ho proseguito con altri studi e ho iniziato subito a lavorare. La mia fortuna è stata che negli anni '80 non erano molti quelli che parlavano bene l'inglese e, venendo dalla Svezia, avevo anche una terza lingua, il che mi ha aiutato. 

Mi ha assunta un noto parrucchiere di Milano, inizialmente come estetista ma durante il colloquio di lavoro, mi è stato chiesto di truccare una ragazza con un viso piuttosto asimmetrico e il risultato ha colpito il mio datore di lavoro, il quale mi ha presto offerto l'opportunità di lavorare su un set. Mi hanno assegnato una postazione e ho truccato una modella, scoprendo così che il trucco era una vera professione.

Anche qui, sembro caduta dalle nuvole, ma ero più trasportata dagli eventi che consapevole di ciò che stavo facendo, avevo poco più di 19 anni in un’epoca dove i social non esistevano ed ero poco attenta al mondo della moda. Tuttavia, ho presto realizzato che il mondo del trucco mi appassionava molto  e mi offriva l'opportunità di viaggiare, conoscere persone e parlare diverse lingue. Questo aspetto è stato ciò che mi ha dato la carica maggiore.

La mia fortuna è stata che quegli anni erano considerati l'epoca d'oro della moda e dell'editoria, e trovarmi a Milano in quel periodo è stata un'esperienza incredibile, dove ho potuto imparare osservando i più grandi truccatori al lavoro. Anni di sperimentazione, prove e riprove mi hanno cresciuta tecnicamente.

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Sfilate, set fotografici e spettacoli televisivi mi hanno portata un po’ ovunque. Se mi chiedete se ho frequentato un'Accademia, la risposta è no. La mia vera scuola è stata lavorare duramente e imparare dagli incredibili professionisti che ho avuto la fortuna di incontrare, per poi trovare la mia strada nel mondo del trucco. Nel frattempo, ho mantenuto anche il mio lavoro di estetista, continuando a studiare e approfondire le mie conoscenze.

A un certo punto, ho deciso di aprire il mio studio e negli ultimi anni ho sviluppato un metodo di skincare dedicato esclusivamente ai truccatori, seguito da una formazione il 2oneZero ®. Ho voluto focalizzarmi solo sui professionisti del trucco perché  è il mondo lavorativo a cui sono più grata e perché ho capito che mancava loro un metodo vero di preparazione. Le mie due competenze si sono rivelate sinergiche in questo ambito.

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Descrivi in una parola l’emozione che provi truccando.

Assenza, non è esattamente una emozione è più uno stato mentale come quando riesco a fare bene meditazione. Entro in profonda connessione con me stessa ma aggiungerei che vado in stato di innamoramento quella cosa da batticuore forte forte.  Certo che detto così sembro una mistica! (ride n.d.r) 

Di cosa puoi fare a meno nel make-up?

D' istinto vi dico il mascara, non lo uso molto. Posso aggiungere che non amo avere brand in vista nel mio kit, si, depotto il più possibile e coprirei il brand di tutto. 

Di cosa NON puoi fare a meno quando trucchi?

Non riesco a non accarezzare il viso, toccare la pelle usare la mani anche con il make up.

So che spesso si insegna a non toccare il viso e usare solo i pennelli, esiste una normativa un po’ bizzarra che andrebbe letta in modo diverso a mio avviso. 

Due aggettivi per descriverti come Make-up Artist.

non saprei, spero di essere elegante. 

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Cosa ti piace del Make-up?

Il suo potere di incantare e affascinare da millenni, dalla forza del suo linguaggio che ha radici culturali profonde che va oltre ad un ombretto ben sfumato. 

Il tuo focus quando trucchi?

Focus inteso su cosa mi concentro nel make up che eseguo, direi che cambia da viso a viso. Probabilmente la prima cosa è la skincare e osservo le sopracciglia che utilizzo spesso come parametro.

Aprendo la tua valigia di lavoro, scopriremmo qualche fissazione?

Più di una e non sempre le stesse. Ho più 10 matite nere di diversi brand, depotto il più possibile coprendo i brand, e poi ho un pennello che adoravo con cui applicavo il correttore e che avrà 30 anni, non lo uso più ma è sempre con me.

Vorresti dare tre suggerimenti per chi è agli inizi?

Studiare molto senza fretta, scegliendo un’Accademia che dia una formazione attenta sulla teoria dei colori, i chiari scuro, che proponga un monte ore sostanzioso. Le basi sono troppo importanti perché da li in poi puoi fare tutto. 

Leggere di tutto non solo sul make up, informarsi su piani diversi, uscire andare al cinema, passeggiare, musei , confrontarsi con il mondo esterno non giudicare ma osservare e ascoltare per capire. 

Corsi di comunicazione, branding e capire bene tutta la parte legata alla gestione amministrativa, un truccatore free lance è un piccolo imprenditore.

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Hai un Make-up Artist che stimi in modo particolare?

Dei giovani adoro tutti quelli che riescono ad utilizzare il Make up in modo meno convenzionale.

Ma il mio primo amore è stato ed è Stefano Anselmo perché quanto oggi viene fatto è stata la sua rivoluzione del make up in Italia e in troppi non conoscono il passato.

Andare verso la sperimentazione e il futuro senza conoscere il passato, significa perdere una grande opportunità.

Un fotografo con cui vorresti lavorare?

Con i nuovi talenti, sono affascinata dal mondo giovane e i loro punti di vista e mi piacerebbe sperimentare con loro. 

Cosa ne pensi dell’Armocromia?

Che dove non c’è conoscenza nasce la confusione totale, so di attirare poche simpatie e non è mia intenzione togliere all’armocromia la sua importanza. Su alcuni aspetti è di supporto a chi cerca aiuto per valorizzarsi.

Certo non va confuso con l’armonia cromatica, che è un concetto molto più esteso e complesso che riguarda non solo la tavola cromatica come qualche volta si pensa,  ma l’interazione e riflessi dei colori che si trovano anche nell’ambiente circostante.

L’armonia cromatica è davvero molto più complessa e necessaria a un truccatore, che di fatto ha già in sé una forte sensibilità cromatica. 

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C’è qualcosa che ti piace meno in questo lavoro?

Così su due piedi non saprei, forse l’eccesso di immagini online, filtri e finzione estremizzata.

Cosa vorresti nel mondo del Beauty?

Tutto un po’ meno, rimettere ordine e priorità nelle caselle giuste. 

Grazie Daniela per questa bellissima chiacchierata Qual è il tuo obiettivo?

Mi cogliete impreparata, mi basta poter scegliere di fare le cose che mi fanno stare bene.

Lasciamo Daniela augurandoci che tra le sue scelte ci sia anche la volontà di continuare a fare formazione.