Francesco Ribezzo Filmmaker:Il Cinema E' un Lavoro Di Squadra

BAC ha incontrato e intervistato Francesco Ribezzo.

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Francesco è un Filmmaker che probabilmente si trova più a suo agio nell'osservare il mondo piuttosto che essere al centro dell'attenzione. Intervistandolo comprendiamo che parlare di sé stesso lo mette leggermente a disagio, come se qualcuno avesse improvvisamente puntato la telecamera su di lui.

Francesco si mostra un po’ sorpreso di diventare oggetto di interesse, sicuramente è più incline a dirigere lo sguardo degli altri piuttosto che ricevere l'attenzione su di sé. Ogni domanda su di lui sembra essere un'inquadratura improvvisa su un set, e lui, solito a osservare e narrare, si ritrova momentaneamente fuori dal suo ruolo naturale. È dietro la macchina da presa che si sente più a suo agio, narrando storie attraverso immagini piuttosto che parole.

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Parlando con Francesco si comprende che ha passioni diverse e che per ognuna si dedica con attenzione e che non lascia nulla al caso, è probabile che la meticolosità che mette nel suo lavoro sia la stessa che applica per le sue passioni. Francesco risiede nella splendida Bari, dove ha  collaborato alla fondazione di  in una casa di produzione chiamata White Rabbit. Il nome trae ispirazione da "Alice in Wonderland" e da "Matrix", riflettendo la sua autentica passione per il cinema. Inoltre, la musica è un'altra sua grande passione: ha studiato e suona diversi strumenti musicali, tra cui la chitarra acustica, la tastiera, il basso e la batteria. Questa passione lo ha persino portato a considerare l'idea di iscriversi al conservatorio, sebbene poi l'amore per la macchina da presa abbia preso il sopravvento.

Descrivi in una parola una emozione che provi nel tuo lavoro.

Entusiasmo? Responsabilità? Dinamismo?

Ogni giorno è una nuova sfida e un'opportunità per creare qualcosa di unico insieme a una squadra. Questo mi dà una motivazione incredibile!

Due aggettivi per descriverti.

Nel mio lavoro direi ingegnoso, lo dobbiamo essere spesso, creativi e tecnici e trovare soluzioni fantasiose per sopravvivere. E, permaloso, sono sensibile alle critiche.

Cosa ti piace della tua professione?

Quello che amo di più della mia professione è la possibilità di essere al centro dell'azione creativa, collaborando con colleghi, D.O.P., registi e attori. Ogni giorno è diverso dall'altro; una giornata potrei trovarmi a gestire le sfide tecniche di un complicato setup di camera, l'altra a risolvere problemi tecnici sul set. È questa varietà che rende il mio lavoro incredibilmente gratificante. Inoltre, c'è sempre l'opportunità di imparare qualcosa di nuovo, di crescere professionalmente e di contribuire in modo significativo al successo di un film. E poi, non c'è niente come vedere il prodotto finito e sapere che ho avuto un ruolo importante nel realizzarlo.

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Cosa ritieni fondamentale per la tua professione?

Per la mia professione, ritengo fondamentale avere una grande capacità di adattamento e un forte spirito di squadra. Ogni set è un ambiente dinamico, dove le situazioni possono cambiare rapidamente e spesso bisogna trovare soluzioni in tempi molto stretti. Essere flessibile e pronto a collaborare con tutti i membri della troupe è essenziale per garantire che ogni giorno di riprese si concluda con successo.

Inoltre, è cruciale avere una solida competenza tecnica. Conoscere a fondo l'attrezzatura che utilizzo mi permette di rispondere prontamente a qualsiasi esigenza e di affrontare con sicurezza gli imprevisti tecnici. Un forte spirito di abnegazione, l’umiltà di apprendere da chi ha più esperienza e a volte di accondiscendere a richieste con le quali non si è del tutto d’accordo.

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Di cosa puoi fare a meno nel tuo lavoro?

Credo dell’eccessivo perfezionismo, della rigidità di pensiero, e della microgestione di chi ha un ruolo minore.

Osservando la tua scrivania/luogo di lavoro, scopriremmo qualche mania/superstizione?

Nel mio reparto siamo tutti un po’ strani, noterete sempre sigle su ogni singolo pezzo di attrezzatura, nastri colorati, accrocchi particolari, monete usate come cacciaviti… e citazioni continue di serie e film.

Vorresti dare tre suggerimenti per chi vorrebbe intraprendere il tuo percorso professionale?

Per chiunque sia interessato a intraprendere un percorso professionale nel mondo della cinematografia, in particolare lavorando dietro la macchina da presa, ecco tre suggerimenti che potrebbero tornare utili:

Formazione in ambienti seri e sani: il mondo del cinema è affascinante, molti oggi possono e vogliono essere videomaker, fare la differenza è complesso. Frequentate corsi, workshop e seminari; non solo per imparare, ma soprattutto per incontrare persone e creare una rete di contatti. Anche la pratica sul campo è insostituibile: cercate di lavorare in quante più produzioni possibile, anche in ruoli minori, per capire davvero come funziona un set.

Pazienza: Gli inizi in questo campo possono essere difficili. Ci saranno momenti di frustrazione e potreste non ottenere subito il lavoro dei vostri sogni. È importante non scoraggiarsi e non pretendere di essere direttori della fotografia dal giorno 1.

Sviluppare buone capacità relazionali: il cinema è un lavoro di squadra, e le relazioni che stabilite possono fare la differenza nel vostro percorso. Siate comunicativi, collaborativi e mostrate sempre rispetto per il lavoro altrui. Avere una buona attitudine e saper lavorare bene in gruppo vi renderà preziosi in ogni produzione e aumenterà le possibilità di essere richiamati per futuri progetti.

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Hai un fotografo/regista che stimi in modo particolare?

Davvero una domanda difficile ma direi Fritz Lang ha lasciato un'impronta indelebile sul cinema.

E poi, non posso non dirlo, David Lynch…

Nel campo della fotografia, sono particolarmente affascinato dal lavoro di Gregory Crewdson. Le sue fotografie, sono studiate nei minimi dettagli, la sua attenzione per la luce e la composizione è la definizione di set cinematografico.

C’è qualcosa che ti piace meno in questo lavoro?

Nel mio lavoro, come in ogni professione, ci sono aspetti che mi piacciono meno. Uno degli elementi più difficili è la gestione del tempo. Le lunghe ore sul set possono essere estenuanti, e spesso il lavoro si protrae per mesi consecutivi con orari molto irregolari, straordinari interminabili che incidono sul tempo personale e sul riposo. Questo può rendere difficile mantenere un equilibrio tra la vita professionale e quella privata, soprattutto durante le produzioni più intense.Un altro aspetto che talvolta può essere frustrante è la pressione che deriva dal dover garantire che tutto funzioni perfettamente in condizioni spesso imprevedibili. Il meteo, i guasti tecnici o le impreviste richieste creative possono creare stress e richiedere una rapida capacità di adattamento e problem-solving.

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Hai una bacchetta magica e…? 

Prima di tutto farei apparire un parco auto in casa mia con una Mustang e una Chevy del ’67. Scherzo…

Probabilmente la userei per creare uno spazio per la giustizia sociale e salariale soprattutto nel mio ambiente, un discorso lungo e complesso, ma soprattutto salverei tutti i gatti del mondo. 

Grazie …. per questa bellissima chiacchierata, una ultima domanda: qual è il Tuo obbiettivo?

Il mio obiettivo principale è continuare a crescere e a perfezionarmi, anche per fare un salto di ruolo un giorno. E insegnare al mio gatto a suonare la tastiera…


Noi di BAC siamo certi della tua crescita e già ti vediamo scendere da una Mustang per ritirare il David di Donatello.