Pier Sparello Fotografo: Imparare dalle Critiche

Incontrare Pier è come imbattersi in un vecchio amico con cui non ci si vede da anni. È uno di quei tipi che ti sorprende sempre con la sua genuinità e allegria contagiosa.

Quando gli chiedi come è iniziata la sua avventura nella fotografia, ti risponde con un'esclamazione divertita: "Oddio, cosa vi racconto... è stato proprio per gioco, credetemi!"

Mentre racconta dei suoi inizi si sente una grande tenerezza verso quel ragazzo di 15 anni che lavorava in editoria e che sognava sfogliando le riviste di moda: le immagini lo catturavano, le osservava con attenzione. Un puro caso lo ha portato ad acquistare in un mercatino rionale la sua prima macchina fotografica, una  Zenit . Da quel momento, facendo scatti agli amici e paesaggi alimenta ancora di più la sua passione.

Mentre parla dei suoi giorni trascorsi tra le strade vivaci di Milano, ride e scherza, ricordando quei momenti in cui ha catturato l'essenza stessa della vita quotidiana con uno sguardo curioso e un'anima desiderosa di bellezza.

L’ ispirazione degli scatti in bianco e nero arrivano dal grande maestro Ansel Adams, fotografo paesaggista, forse il più famoso nel suo genere, che inventò il sistema zonale - Il sistema zonale  è un metodo per controllare i toni di grigio nelle fotografie in bianco e nero, combinando un'esposizione precisa con una post-produzione mirata-  Attraverso l'arte di Adams, Pier ha imparato a vedere il mondo con occhi diversi, a catturare non solo immagini, ma emozioni e storie che vanno al di là della superficie.

Questa amore per il bianco e nero l’ha trasportato nei ritratti e dopo anni di scatti per strada decide di aprire uno studio che diventa un crocevia di persone che vogliono farsi ritrarre da Pier, modelle e personalità di spicco sono assidui frequentatori del suo set e non sempre sono scatti in Bianco e Nero, qualche rara volta declina nel colore.

Nonostante il suo successo, Pier resta sempre Pier, con quel suo modo rilassato di affrontare la vita. È proprio questa sua positività travolgente che mette tutti a proprio agio, creando un'atmosfera di allegria e spontaneità, perfetta per catturare la vera essenza di chiunque si trovi davanti alla sua macchina fotografica. 

Descrivi in una parola un' emozione che provi nel tuo lavoro.

Emozione, per me include tutte le emozioni possibili. 

Due aggettivi per descriverti.

Solare, creativo 

Cosa ti piace della tua professione?

Creare emozioni fotografiche attraverso il contatto con le persone.

Cosa ritieni fondamentale per la tua professione?

Autenticità e sensibilità. 

Di cosa puoi fare a meno nel tuo lavoro?

Superficialità e arroganza. 

Osservando la tua scrivania/luogo di lavoro, scopriremmo qualche mania/superstizione?

Una foto dei miei figli. 

Vorresti dare tre suggerimenti per chi vorrebbe intraprendere il tuo percorso professionale?

Segui le emozioni, sii te stesso, impara dalle critiche.

Hai un fotografo/regista che stimi in modo particolare?

Avedon, Gastel e Lindbergh, regista Tarantino 

C’è qualcosa che ti piace meno in questo lavoro?

L'ostentazione e la presunzione.

Hai una bacchetta magica e….?

Vorrei mostrare i miei ritratti in tutto il mondo, stampati.

Grazie Pier per questa bellissima chiacchierata, ultima domanda di rito: quali sono i tuoi obbiettivi futuri?

Posso pensarci e dirvelo appena mi viene in mente? – e lo dice ridendo come sempre-

 

Pier noi di BAC sappiamo che tu ed il tuo sorriso andrete lontano.