Satoshi Kon: Disegnatore dell' Inconscio

Il colore è uno strumento potentissimo sia dal punto di vista comunicativo che psicologico: può esprimere personalità, comunicare messaggi specifici e trasmettere emozioni. Lo sapeva bene il Maestro Satoshi Kon che, riconoscendone l' alto potenziale, è stato in grado di costruire la sua poetica distintiva utilizzando il colore in modo magistrale nei suoi film  per evocare stati d'animo, delineare personaggi e raccontare storie complesse e profonde.

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Nato a Sapporo nel 1963, nell'Hokkaido, Satoshi Kon è  un regista, sceneggiatore e animatore giapponese, considerato uno dei più grandi innovatori nel campo dell'animazione moderna. Dopo essersi laureato in arti visive presso l'Università delle Belle Arti di Musashino, ha iniziato la sua carriera come assistente del celebre mangaka Katsuhiro Otomo. Il suo debutto alla regia è avvenuto con Perfect Blue nel 1997, un thriller psicologico che ha subito messo in luce il suo talento nel trattare temi complessi attraverso un'animazione sofisticata e intensa. Nel corso della sua carriera, Kon ha realizzato film come Millennium Actress, Tokyo Godfathers e Paprika, nonché la serie TV Paranoia Agent. La sua morte prematura nel 2010 ha interrotto una carriera straordinaria ma la sua eredità continua a influenzare cineasti e animatori di tutto il mondo.

Un viaggio nella psiche 

I film di Satoshi Kon sono noti per l'esplorazione profonda delle dinamiche psicologiche dei suoi personaggi, spesso attraverso narrazioni complesse che sfidano i confini tra realtà e illusione.

Tematiche come l' identità, la dissociazione, lo sgretolarsi della realtà sono temi ricorrenti nella filmografia di Kon.

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In Perfect Blue, la protagonista Mima lotta con la sua identità in una fase di passaggio cruciale per la sua vita sperimentando una frattura mentale che rende indistinguibili realtà e finzione; Kon utilizza principalmente una palette di colori freddi e oscuri per creare un'atmosfera di tensione e suspence. Il  distacco emotivo viene raccontato attraverso la predominanza del blu ma non rinuncia ai contrasti cromatici profondi  creati dalla contrapposizione del rosso per raccontarci la dualità e la tensione tra l'innocenza e la corruzione, tra il sogno e l'incubo, che affliggono la protagonista.

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Questa permeabilità tra sogno e realtà diventerà ancora più evidente in Paprika  dove i sogni influenzano e distorcono il mondo reale, causando il caos. La fusione tra i mondi rappresenta le paure e i desideri inconsci che emergono nella coscienza dei personaggi, rendendo incerto il confine tra illusione e realtà. La linea di demarcazione è rappresentata proprio dal colore che diventa la bussola dello spettatore per distinguere i piani della narrazione attraverso colori vibranti e psichedelici o desaturati e sobri.

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Un altro tema caro al regista è l' esplorazione della memoria e della percezione e di come influenzino la realtà soggettiva dei suoi personaggi. In "Millennium Actress", la vita della protagonista è narrata attraverso i suoi ricordi, che si intrecciano con i ruoli cinematografici che ha interpretato, creando una metanarrazione che fonde i confini tra esperienza personale e finzione. Al variare delle esperienze anche la palette cromatica subisce dei cambiamenti come se il colore stesso fosse parte del cammino del personaggio.

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Ogni tonalità, ogni sfumatura nei suoi film non è mai casuale, ma studiata per coinvolgere, stupire e far riflettere. Il suo uso del colore non solo arricchisce la narrazione visiva, ma lascia un'impronta duratura nella mente e nel cuore di chi guarda. Immergersi nel mondo colorato di Satoshi Kon significa intraprendere un viaggio affascinante nell'inconscio, dove ogni immagine è una finestra aperta sulle infinite possibilità della psiche umana.