Sostenibilità Umana e Intelligenza Artigianale

L’argomento della sostenibilità è ben più ampio di quanto si possa pensare e    Eleonora Cattrocci , fondatrice di MEG Jewels ,  descrive la sua volontà di una sostenibilità umana che inizia dalla qualità della propria quotidianità e che infonde e diffonde con i suoi gioielli.

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Un percorso di sostenibilità interiore che dona a se stessa, a chi le sta intorno e sicuramente giova al cuore creativo per le sue opere, che lei chiama con affetto “pezzi”.
Eleonora, è una Artigiana del gioiello, quella artigianalità che prima di materializzarsi nasce da un' emozione aprendosi al mondo,  osservando e viaggiando anche nel proprio spazio creativo interiore, attraverso ricerche per poi abbozzarle e concretizzarle con la magia della manualità. Eleonora fa  ricerca dei materiali usando filati solo Italiani e materiali di recupero, esprimendo l’intelligenza artigianale di chi si impegna a mantenere la propria visione con coerenza e ricerca.

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I gioielli sono parte dell’arte visiva, si osservano, le forme ed i colori catturano e creano emozioni e sono la narrazione di chi li crea, soprattutto quando si parla di Artigianalità ed è quanto arriva osservando e indossando i gioielli di Eleonora. 

Lo esprime bene Eleonora “ogni pezzo che se ne va è come un figlio che parte per andare lontano”.

Prima di scoprire ed esprimere  la sua creatività , Eleonora lavorava nel settore immobiliare con suo padre.

Dalle case da abitare ai gioielli da indossare, come è iniziato il tutto?

In casa ho sempre visto mia madre lavorare i materiali più disparati, una sperimentatrice creativa!

Dalla pasticceria ad intagliare il legno, una manualità naturale ed incredibile da cui ogni cosa che nasceva era sempre bellissima. Mi ricordo di un suo pezzo, una cassapanca di legno tutto lavorato ad intarsi tipici della tradizione Sarda.

Poi, c’è stato un momento della mia vita in cui ho dovuto seguire in modo intenso la salute di mia figlia a cui era stata diagnosticata la Fibrosi Cistica ed i primi anni sono stati intensi. Era importante la mia presenza non solo fisica ma anche mentale e, istintivamente, iniziai a creare piccoli gioielli, degli orecchini, nei ritagli di tempo che mi era possibile. Mi aiutava a stare nel qui e ora, una sorta di meditazione per ritornare con la mente rinvigorita.

Grazie alla ricerca scientifica, ora le cure permettono una qualità della vita più sostenibile ed è questa qualità che voglio mantenere in ogni suo aspetto.

Durante l’intervista Eleonora ci ha raccontato quanto la diagnosi della fibrosi cistica fosse stata dura, prospettando un futuro con scarse certezze e quanto i medici di allora avessero sbagliato. Perché oggi esistono cure che migliorano in modo decisivo la qualità della vita dopo questa diagnosi.                                                                                    Ed è bello poterlo scrivere anche qui su BAC Magazine 

Una creatività nata per osmosi la tua, ma sicuramente già presente nel DNA.

Si, mia madre mi ha passato questo corredo genetico, disegnare, ricamare mi sono sempre appartenuti.

Certo, i primi pezzi erano davvero ingenui, se ci penso mi sento male - Eleonora ride mentre lo dice - Erano degli abbozzi che promettevano bene ed i primi pezzi li regalavo alle amiche. 

Quando è nata MEG JEWELS come punto vendita e distribuzione?

Nasce 12 anni fa, e tutto perché la mia filosofia di vita è seguire il flusso.

Mentre faccio i miei pezzi per le amiche, per caso dei negozianti hanno avuto in mano uno di questi e sono arrivati a me, proponendomi di farli entrare in negozio e per farlo dovevo aprire per forza una P.Iva e così ho fatto. 

Sono quella delle decisioni immediate! Credo molto nel seguire il flusso, quei piccoli passi che susseguono uno all’altro e che segnano la via.

La mia distribuzione ha dei punti vendita ad Olbia e Miami ed i miei pezzi viaggiano in tutto il mondo attraverso il mio sito web.   eleonora-cattrocci-gioielli-olbia-italia-sardegna-punto-vendita-bac-beauty-art-connectpng

Chi ti aiuta in questo progetto?

La produzione è interamente fatta da me, mentre mia sorella segue più la parte della comunicazione e la parte commerciale. Devo dire che faccio molta fatica e veder andare via i miei gioielli, perché in ogni pezzo c’è una parte di me.

L’anno scorso feci una collana che è stata venduta ad una turista Thailandese, un pezzo sentito, studiato ci vogliono settimane intere per creare certi pezzi, un pezzo di valore particolare. Mia sorella vende la collana e quando me lo dice felice, ne sono dispiaciuta tantissimo l’ultimo dei miei problemi era farne un ricavo.

Per molte delle mie creazione c’è questo sentimento di distacco.

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Quanto è bello sentire questa passione per il tuo lavoro, sappiamo anche che lungo questa strada sei stata contattata da Renè Caovilla, un vero mito per chi ama le calzature!  

Il biglietto da visita di Renè Caovilla è sempre davanti a me sul mio tavolo di lavoro per ricordarmi che se lavori bene i risultati arrivano.E’ davvero motivazionale!

Il tutto è accaduto perché vide un mio gioiello in una vetrina di Porto Rotondo, mi fece recapitare il suo numero privato e lo chiamai. Il mio pezzo gli era piaciuto tanto ed i complimenti senza intenzione hanno vero valore.

Mi riempì di domande e la proposta che mi fece, per quanto fosse allettante ed avrebbe dato una svolta alla mia attività, mi avrebbe distolto dalla sostenibilità umana per cui sono determinata a mantenere come costante nella mia vita.

Quando si dice il caso che forse tanto caso non è… 

Si è davvero così, questa frase è calzante per me soprattutto se penso a quando mi contattò la Eagle Pictures.

Raccontaci Eleonora!

Era il periodo di carnevale ed ero a casa di mia madre, stavo assaporando una frittella, e arriva una notifica di una mail: la Eagle Pictures mi proponeva una call per un film.  Mia madre mi disse subito “non mandare nulla che è una truffa!”, feci una serie di verifiche e accettai la call.

Mandarono la sinossi del film, ma il file era danneggiato, così mi chiamano per raccontarmi la sceneggiatura. Era l’assistente della costumista e mi raccontava di questa storia, che narra di una ragazza affetta da Fibrosi Cistica (il film è -Ancora più bello- regia di Claudio Norza).

Mi ritrovai sconvolta, come fosse possibile questa coincidenza e per me l’unica risposta è il flusso della vita.

Accettai e quando il film uscì nelle sale, andai subito a vederlo, ero tanto gasata al pensiero di vedere il nome del mio brand nei titoli di coda! Rimasi in attesa nel vedere lo scorrere del nome e…black out! Venne tutto stoppato per far proseguire la programmazione successiva, rimasi tanto di stucco! - Eleonora sorride divertita -, chiaramente l’ho rivisto.

Nella tua collezione sono diversi gli usi della tua creatività, spazi non solo in gioielli ma decorazioni dedicati alla pelletteria, quale è l’articolo più impegnativo nella gioielleria artigianale e quale pezzo ti da maggiore soddisfazione?

Seppur piccolo, il gioiello più impegnativo dal punto di vista di cuciture è sicuramente l’orecchino.

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Credo che nessuno ci pensi ma creare un paio di orecchini significa farli speculari e la cucitura che è fatta a mano deve essere molto precisa e accurata. La specularità non è semplice senza l’uso di stampi. Mentre l’orecchino richiede una attenzione in più, le collane mi consentono di tirare fuori tutto il mio estro per lo spazio che mi permettono. 

Hai mai creato pezzi folli di cui ti sei pentita?                                                              Pentita no ma ho creato pezzi impossibili da riprodurre e che rimangono pezzi unici.

Uno di questi la collana della linea Amazzonia.

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Un intreccio con inserti su fili unici, un lavoro davvero impegnativo in cui mi sono trovata a chiedermi perché mi ci sono messa.                                                                        Risultati splendidi ma irripetibili, questo è l'artigianato. 

Hai qualche maestro di gioielleria a cui ti ispiri?

Ho gusti precisi nella oreficeria ma completamente diversi da quello che realizzo.

Mi ispira la natura, la storia, un libro, un sogno, un sito archeologico…spazio

Mentre i primi anni i gioielli erano più emotivi, ora che devo creare collezioni più strutturate mi baso su un tema. Come per la collezione Masai 

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che è ispirata da un libro, ho fatto ricerca sui colori, materiali, forme per carpire quella idea e materializzandole con la mia tecnica. 

Ancora un paio di domande e ti lasciamo alle tue creazioni, hai una collezione a cui tieni di più?

A cui tengo molto c’è Genesis che ho creato per i 10 anni del brand

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Genesis perché 10 anni sono importanti non pensavo di poterli toccare, l’idea era di tornare alle origini e pensare ai passi fatti in questi anni che possono sembrare pochi e in realtà sono tanti.

Ci sono momenti in cui bisogna fare un piccolo passo indietro, fermarsi e osservare dove si va e recuperare lo spazio per la sostenibilità umana.  Come vedi l’uso di AI per l’artigianato?

Essendo una artigiana “old school”, sono ancora per la lavorazione totalmente manuale. Diverso è per i processi più grandi dove l' AI diventa importante per lo sviluppo. Diciamo che con me non ci azzecca.

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Prima di lasciarti la domanda di rito, progetti futuri?

Chi lo sa… - e qui Eleonora sorride di sottecchi - 

Lasciamo Eleonora portandoci una riflessione: forse dobbiamo, un po’ tutti, lavorare per una Sostenibilità Umana

BAC ti ringrazia Eleonora